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RISCALDAMENTO GLOBALE E' UNA REALTA'

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Giovedi - Dicembre 13, 2018 12:56     Article Hits:16215     A+ | a-
il riscaldamento globale è una realtà
Senza un rapido taglio dei gas CO2 e degli altri responsabili dell'effetto serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili sulla vita sulla terra", ha avvertito il responsabile dell'agenzia Onu, Petteri Taalas.

Il nostro pianeta è sempre più surriscaldato, e quello che gli scienziati considerano il "punto di NON ritorno" - ovvero un aumento delle temperature di 2 gradi - è  quasi vicino ad essere superato







Un grado lo abbiamo già raggiunto nel corso dell’ultimo secolo, all'inizio dell'era industriale, quando l'uomo ha iniziato a emettere gas serra di origine fossile.
Il tempo che ci rimane , se non ci affrettiamo  subito a ridurre le emissioni, potrebbe essere già superato nel 2040, consegnando ai nostri figli, un mondo invivibile verso la fine del secolo

Un recente studio pubblicato su "Nature Climate Change" e realizzato dall’Università di Washington prevede che entro la fine del secolo le temperature potrebbero aumentare addirittura di 4,9 gradi centigradi
Si tratta di proiezioni e scenari  estremi e  difficilmente prevedibili, ma la possibilità che la temperatura aumenti di 3,2 gradi entro il 2100 viene data al 90% di probabilità.

Dargan Frierson  si rivolge ai capi d stato e ribadisce l'estrema necessità di immediati provvedimenti per conseguire gli obiettivi di rimanere sotto la soglia dei 2 gradi.
Il superamento della soglia infatti produrrebbe gravi conseguenze per il pianeta, come aumento del livello del mare, siccità diffusa e condizioni climatiche estreme.
 
Se si arrivasse a +2 °C, il livello del mare salirebbe di 10 cm entro il 2100.
La scarsità di cibo riguarderebbe milioni di persone: gli insetti, vitali per l'impollinazione, sarebbero più minacciati,. L'acidità dei mari aumenterebbe decretando la perdita di 3 milioni di tonnellate di pesce .
A +2 °C i giorni estremamente caldi come quelli sperimentati quest'estate nell'emisfero nord aumenterebbero, così come gli incendi; le coltivazioni di riso, mais e grano sarebbero più difficili e meno nutrienti.
Scomparirebbero i coralli 
Nell'Artico, che riscalda piu' rapidamente del resto del pianeta, le estati senza ghiaccio marino salirebbero da una ogni  10 anni .
 
Ma come non si fa a non capire  che già siamo in emergenza, il riscaldamento globale e’ una realtà  vera e stiamo andando verso a  un punto di non ritorno?
 
Basti vedere gli indicatori più elementari del clima:i Ghiacciai
Essi si localizzano  in aree particolarmente sensibili – alta montagna o zone polari – e con la loro fusione e il loro arretramento , agiscono come  una sorta di termometro naturale.

Negli ultimi decenni i ghiacciai di tutto il mondo stanno arretrando e la loro silenziosa voce è quella di avvertirci che qualcosa di drammatico sta accadendo. Anche perché i tassi di fusione sono molto elevati rispetto a tutto ciò che conosciamo del clima del passato.

Il ghiacciaio dei Forni,  era il più grande ghiacciaio vallivo italiano e l'unico di tipo himalayano, localizzato nel gruppo Ortles-Cevedale in alta Valtellina, è uno dei ghiacciai italiani monitorati da più lungo tempo (da fine '800) a cura dei volontari del Comitato glaciologico italiano l'ente che da oltre 100 anni rileva le variazioni di lunghezza e superficie dei principali ghiacciai italiani.

Il ghiacciaio dei Forni era uno dei più grandi ghiacciai italiani, ma oggi praticamente non esiste più, è un malato quasi terminale“, racconta Claudio Smiraglia, glaciologo dell’Università degli Studi di Milano, che da quarant’anni studia questo ghiacciaio.

Nell’arco di poco più di un secolo ha infatti perso quasi la metà della sua superficie. A metà dell’Ottocento copriva una superficie di circa 20 chilometri quadrati, oggi invece si estende per poco più di 10 chilometri quadrati. Se non cambierà la situazione climatica, entro fine secolo il ghiacciaio si ridurrà a pezzetti di ghiaccio.

Ovviamente questo è un indicatore locale. Le Alpi sono piccole se le confrontiamo al resto del mondo. Tutto ciò sta accadendo anche in Alaska, sulle Montagne Rocciose, in Himalaya e ancor più sui ghiacciai polari che sono tra l’altro quelli che con la loro fusione,  possono far salire di molto il livello dei mari. Questo ci dice che anche lo stato di salute dei ghiacciai lontani si può riflettere sulla qualità della vita di tutti gli abitanti della Terra”.



ghiacciaio dei Forni


ghiacciaio di Athabasca

 
 
Che il riscaldamento globale sia una realtà, lo dimostrano i fenomeni atmosferici che sono diventati più estremi, basti vedere che in Italia dal 1970 ad oggi,  la temperatura  media  estiva  ha subito un brusco aumento  (tra +2.5 e + 3.5°C). 


Dal punto di vista statistico, questo  comporta che un’estate calda con temperature elevate come il 2017 era più probabile una volta ogni 135 anni negli anni ’70,  mentre oggi è probabile  solo una volta ogni 8 anni.
Le piogge, oltre che più intense nel corso di una giornata (si arrivano a toccare anche i 100-120 mm) sono diventate anche molto irregolari nel corso dell’anno,  alternando, in maniera casuale, periodi molto piovosi con periodi di siccità.  Ne deduciamo che  la piovosità e la siccità non sono regolari e non vi è dubbio che siano aumentati  anche gli eventi meteo estremi.
 
Per quanto riguarda "l'estremizzazione " degli eventi atmosferici non a caso possiamo ricollegarci al disastro  dell’uragano nel bellunese.
L'evento meteo più estremo a memoria d'uomo avvenuto lunedì 29 ottobre 2018 (forse due simili in 100 anni)



Con una prima approssimazione, possiamo considerare i valori pluviometrici altissimi che sono caduti sulla zona durante la tempesta, oltre 100 mm a Trento, ad esempio, lo scorso 29 Ottobre (con un totale di oltre 240 mm in tre giorni), ma la zona più colpita pare essere il Bellunese, con il nubifragio del 29 Ottobre che ha fatto cadere 197,0 mm di pioggia ad Agordo ed a Longarone, con una punta di 251,6 mm a Bois a Cencenighe (BL), come riportato da Arpa Veneto.

Non sono molti i dati sulla velocità del vento, tuttavia riportiamo i 90 km/h toccati nella zona del Lago di Misurina (BL), i 114 km/h al Rifugio La Guardia (VI), ma le raffiche hanno sicuramente soffiato ad oltre 200 km/h provocando danni elevatissimi al patrimonio boschivo.

 Alcune altre misurazioni della velocità del vento  alle ore 20 del giorno 29 Ottobre, hanno registrato i 208 km/h sulle vette del Bellunese, con valori simili su quasi tutti gli altri rilievi montuosi del Veneto Settentrionale e del Trentino Alto Adige.



Questa incredibile tormenta è stata quella che ha causato i danni maggiori, oltre alla pioggia, soprattutto al patrimonio forestale, con boschi interi che sono stati abbattuti dalla furia del vento. 
 
Che futuro ci aspetta? Il meteorologo Mercalli , descrive il prossimo futuro con l'analogia della malattia: negli ultimi 30 anni non abbiamo fatto prevenzione e la Terra si è ammalata. Il punto di non ritorno lo abbiamo perso nel 1964. Ora possiamo soltanto contenere la febbre. Guarire non si può più. 

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